Il primo rodaggio

Campionato su due gironi elimina tori di undici squadre ciascuno, con girone finale tra le prime quattro squadre di ogni girone. Inizio 25 settembre 1927.
Classifica della Roma: 8a del girone B con 18 punti, dietro Bologna (27), Juventus, Casale, Internazionale, Modena, Novara, Pro Patria.
Il campionato fu vinto dal Torino. Campo di gioco: Motovelodromo Appio. Allenatore: Mr. Garbutt. Squadra titolare: Rapetti, Mattei, Corbyons, Carpi, Ferraris IV (Degni), Rovida, Ziroli, Fasanelli, Bussich, Cappa, Chini. Capocannoniere: Bussich, 8 gol.

Mentre il nostalgico Campo Testaccio in via Zabaglia, sotto il Monte dei Cocci, era ancora nella mente dei promotori, la scelta del terreno di gioco fu imposta dalla fretta e dalla necessità di trovare posto per la prevista massa di tifosi che, salvo pochi dissenzienti presto rientrati in famiglia, avevano accolto con fiducia ed entusiasmo la promettente fusione. I campi delle tre società potevano servire solamente per gli allenamenti e per le squadre minori. La Rondinella, discreto impianto, era riservato alla Lazio. Lo stadio inaugurato nel 1911 languiva nelle mani di un istituto «di educazione fisica» che oggi si direbbe parastatale, che lo riservava gelosamente a manifestazioni ginniche e a modeste riunioni di atletica leggera. Ci si orientò verso il Motovelodromo Appio, posto all'inizio della Appia Nuova in località Cessati Spiriti, oggi sommersa da palazzoni a carattere popolare. Non mancarono i motteggi. A Roma per «spiriti» si intendono anche i fantasmi, e tra i laziali accesi o da immediata rivalità la nuovissima società divenne la ... «Roma dei fantasmi». Il terreno di gioco circondato da una pista in cemento sulla quale si era svolto un campionato mondiale di ciclismo, era in deplorevoli condizioni che rendevano problematico giocarvi un buon calcio. In caso di pioggia ogni partita diventava opinabile; se ne ebbe prova già alla «prima» di campionato quando i diecimila spettatori dovettero attendere l'inizio poco meno di un'ora. Un pesante autocarro si era impantanato nel bel mezzo e occorsero i pompieri per rimuoverlo. Comunque il terreno, pur rimanendo quasi lunare, fu adattato e l'impianto servì fino all'avvento di Testaccio (novembre 1929); anche se opportuni interventi sollecitati dalla crescente affluenza di pubblico valsero a schiudere in alternativa lo stadio di via Flaminia e perfino la Rondinella.
Fu evidentemente un campionato di rodaggio delle strutture giallorosse. La buona volontà era comunque incoraggiante. Dopo la terza giornata la Roma aveva cinque punti ed era in testa alla classifica in coabitazione con l'Inter. La prima sconfitta risale al 16 ottobre, nella «fatal» Novara, subito seguita dalla seconda a Bologna. Prima vittoria in trasferta a Busto Arsizio, 3-0. Notevole un pareggio a Roma con la già « vecchia signora» juventina e nell'ultima giornata del torneo un secco 3-0 sulle spalle dell'Intero Nel complesso un debutto che valse la permanenza nella massima divisione. Anzi la stagione finì tra i sorrisi, in quanto al di sopra di ogni speranza, i giallorossi durante l'estate conquistarono la Coppa CONI. Si trattava di un torneo di consolazione per le squadre non ammesse al girone finale del campionato. Roma e Modena vinsero i due gironi. Occorse una finale in campo neutro, a Firenze, che la Roma vinse 2-1, addì 29 luglio 1928... Avete letto bene, a quell'epoca la stagione torrida non faceva paura a nessuno... e i bagni si facevano nel Tevere non ancora inquinato, ai «Polverini», oppure nei circoli dei canottieri.

Tratto dal libro AS Roma da Testaccio all'Olimpico (libro edito nel 1977)

 

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